La parola in/stabile è l’aggettivo che meglio rappresenta il mio modo di concepire uno spazio e ciò che contiene. Instabile nel senso di mutevole, versatile, traballante, effimero. Gli oggetti che personalizzano un ambiente sono dinamici, cambiano aspetto o destinazione d’uso, presentano una patina che trasuda storia, pur rimanendo frivoli,leggeri,mondani. In questo spazio/blog tenterò di raccontarvi le mie suggestioni in/stabili, cioè in/casa..
mercoledì 17 febbraio 2016
giovedì 4 febbraio 2016
mercoledì 3 febbraio 2016
Comincio da QUI.
C’era una volta, immerso nella
lussureggiante campagna siciliana, tra vigneti e uliveti, un antico casale del ‘700 abitato da una Principessa.
Sembrerebbe l'inizio di una favola, invece è storia, una storia che racconta della mia famiglia.
Questa struttura, che in Sicilia prende il nome di Baglio,
era una grande azienda agricola ed ospitava, oltre alla Principessa e alla sua
famiglia, i contadini che vi lavoravano tutto l'anno. Era quindi dotata di
numerosi alloggi, di stalle e depositi per i raccolti.
Tra questi contadini c'era mio nonno, Vito.
Le storie che ruotavano attorno al casale e alla sua
Principessa erano le sue preferite, le raccontava lentamente, con passione ed
enfasi, alimentando la curiosità degli
uditori con lunghissime interminabili pause!
Storie di duro lavoro, di poveri e allegri banchetti di fine giornata, storie d’amore: quella tra Vito e Santina, figlia di un altro
contadino, ai quali questa campagna farà
da scenario per tutta la loro vita.
Del casale della Principessa e della sua antica vitalità, oggi rimane ben poco, ma fino agli anni ’70 c'era ancora un'importante azienda agraria che produceva
vino,
e queste cassette, in tondino di ferro, erano utilizzate per il trasporto delle bottiglie. Chiusa l’azienda restarono disseminate ovunque a testimonianza di un laborioso passato.
Io ne ho ereditata qualcuna!
Mio padre, figlio di nonno Vito, cresciuto tra i vigneti della Principessa, volle costruire insieme a mia madre una bellissima casa vicino al Baglio e qui, oggi, continua a scorrere la nostra vita!
Comincio da qui, da queste cassette, che dalla mia famiglia per anni sono state utilizzate nei modi più svariati: Santina, la mia modernissima nonna, precursora dei tempi, aveva cucito delle fodere ornate di voilà e rivestite le cassette le utilizzava come sgabelli!
Oggi si chiamerebbe “riciclo creativo”, ed io, qui, vi propongo la mia versione in/stabile.
Iscriviti a:
Post (Atom)